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“Lineabianca” su Rai1 alla scoperta dell’Appennino marchigiano

Massimiliano Ossini e Giulia Capocchi alla scoperta dell’Appennino marchigiano

Un viaggio nelle Marche tra i monti del mito e le vette della speranza. Massimiliano Ossini e Giulia Capocchi vanno alla scoperta dell’Appennino marchigiano nel nuovo appuntamento con “Lineabianca”, in onda sabato 9 gennaio alle 14.00 su Rai1.

Si parte da un luogo spettacolare, a quota 2.250 metri sul livello del mare. Si tratta della Sella delle Ciaule, in posizione dominante sul Lago di Pilato, ai piedi della vetta del Monte Vettore dove, con Lino Zani, si parla della nuova vita del rifugio Zilioli, storico bivacco danneggiato dal sisma del 2016.

Rifugio Zilioli

Costruito nel 1960 dalla sezione di Ascoli Piceno viene dedicato alla memoria dell’alpinista ascolano Tito Zilioli che morì nei pressi del sentiero, dove ora sorge il rifugio, durante un escursione invernale con degli amici nel 1958 a soli 24 anni.
Il Rifugio si trova in località “Sella delle Ciaule” sul monte Vettore a un altezza di circa 2250 s.l.m ed era un riferimento per gli escursionisti d’alta quota, data la sua posizione a metà tra la vetta del Vettore e quella del Redentore, dove potevano trovare riparo durante avverse condizioni metereologiche. Il rifugio era diviso in due sezioni di cui una sempre aperta per le emergenze e un’altra accessibile solo su prenotazione.
Nel 2016 a seguito del terremoto l’edifico fu dichiarato inagibile e per molto tempo è rimasto inaccessibile, fino a quando il Cai di Ascoli si è impegnato a ricostruirlo aggiornandolo dal punto di vista architettonico. Per ora il nuovo rifugio non è stato ancora inaugurato ufficialmente, nonostante i lavori, inziati ad agosto 2020, siano terminati.
Curiosità:
– Il rifugio è stato ricostruito in legno (e poi coperto da lamiere) invece che in pietra in quanto il legno è un materiale che rende più facile il raggiungimento dei requisiti antisismici, essendo più leggero e flessibile del calcestruzzo s della pietra.
-Il rifugio sarà dotato di un impianto fotovoltaico che assicurerà l’autosufficenza elettrica.
– La località “Sella delle Ciaule” dove sorge il rifugio, prende il nome dal termine Ciaula che nell’Italia centrale e meridionale si riferisce a corvi, taccole, cornacchie e gracchi, quest’ultimi numerosi nella zona.

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